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RIFUGIO BENEVOLO – VALLE DI RHEMES

domenica 17 agosto ‘25


Siamo all’ultimo giorno e sarà pianto e stridore di denti. Non tanto perchè da domani si riprende il solito tran tran lavorativo ma perchè da domani dico addio alle colazioni pantagrueliche! Di contro almeno mi libererò dell’opprimente fardello del “trova gite”: non credo sarei in grado di sopportare il lavoro della guida turistica, troppe responsabilità e troppe richieste da assecondare. L’indicazione di ieri è stata chiara: giretto di defaticamento che, dopo la gita al colle di Bassa Serra, era più che dovuto. Così siamo andati in val Veny, abbiamo fatto una capatina al Lac Vert (con annesso bagnetto) e poi un giretto allo zoo di Courmayeur, interessante habitat del fighetto milanese iper firmato. Noi ovviamente sembravamo degli straccioni calati dai monti con uno sciame odor “nature” che provava a tamponare la scia da post bagno nel flacone Dior dei turisti che ci passeggiavano davanti. E oggi, appunto, è l’ultima colazione: mi concentro al meglio per ottimizzare la scelta perchè non voglio rimpianti. E il bilancio finale non può che dirsi positivo: forse sono solo mancate salsicce e bacon ma, per il resto, ho ossequiato al meglio la colazione del campione! E poi mi toccano i compiti della vacanza: anche oggi il giro deve rientrare nella categoria relax, cosa che inizia a dare qualche scompenso alla mia voglia di dislivello tanto che inizio a pensare a qualche possibile variante in solitaria. Capito così in val di Rhemes, trovo il giro del pensionato con girello e lancio la proposta. Alla Laura interessa solo prendersi un caffè mentre al Samu e alla Elena la proposta aggrada e così lasciamo l’auto al parcheggio del lago di Pellaud. O meglio: scendiamo dall’auto perché poi a lasciarla ci vogliono le solite calende greche. Finalmente prendiamo il treppiedi e arriviamo al lago ma la Laura è fissata: caffè, caffè, caffè. Io invece ho ancora la colazione che fa a pugni nello stomaco per trovarsi un briciolo di spazio. Saliamo al bar, un’erta salita di almeno 4 metri di dislivello che scombussola l’idea che avremmo camminato su una pista da bocce, la Laura ingurgita la sua bevanda nera annacquata e poi siamo pronti per la nostra “impresa”. La gara coi girelli ha quindi inizio e, davanti ad una custodia per occhiali lato sentiero, abbiamo il terrore di tornare a fare i trova-roba e invischiarci nuovamente in una situazione tipo telefono francese. In realtà il momento di smarrimento termina lì e l’unica cosa che troveremo saranno le tracce del comodo sentiero. La gita è proprio di quelle che non fai nemmeno in tempo a scaldarti che è già finita, così quando arriviamo al giro di boa è chiaro che i soci (e soprattutto la Laura) sono molto delusi. Loro vogliono andare avanti e io pure ma così si verrebbe meno al principio base del giro svacco; guardiamo il cartello indicatore per il rifugio Benevolo, apro la app e poi - Possiamo anche andare avanti ma io vi ricordo che, per il giro previsto, dovremmo rientrare: non voglio responsabilità se dovessimo continuare! - Meglio chiarire fin da subito come stanno le cose onde evitare reclami e malesseri. Così continuiamo per un sentiero che, almeno all’inizio, sembra poco battuto per poi diventare come l’autostrada in avvicinamento a Milano: il traffico aumenta esponenzialmente al diminuire della distanza col capoluogo Meneghino. Finisce quindi che sugli ultimi metri prima del rifugio c’è quasi la coda e poi, nel prato antistante la capanna, è come essere al mare in Liguria ad agosto!


Cavallo Goloso


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