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ALBERO DELLE PERE – DIMORE DEGLI DEI

sabato 22 settembre ‘18


Quando arriviamo in vista delle Dimore degli Dei già alcune cordate sono impegnate sui primi tiri di Kundalini ma sono ottimisticamente sicuro che, una volta all’attacco, il traffico si sarà smaltito. Infatti alla partenza della via abbiamo tempo di mettere radici mentre la coppia davanti a noi si diletta a piantare mezza serie di friend nella fessura iniziale: qui rischiamo di fare come l’Ivan in apertura e bivaccare nel Bosco dei Folletti, altro che epico concatenamento con Luna! Alla sosta alla base della Serpe il duo che ci precede mi chiede se vogliamo passare davanti perchè noi sembriamo più veloci: ringrazio sperando di non fare la fine della lumaca che supera la tartaruga e poi assicuro il Walter sulla spettacolare fessura con annessa esperienza mistica. Sopravvissuto alle visioni indotte dagli improbabili incastri e immensamente grato per i residuati bellici trovati all’interno della spaccatura, il Walter porta a termine la sua missione per poi mettersi in panciolle e godersi lo spettacolo del diedro Amaranto che mi divora come io con lo strudel. Solo che il sottoscritto lascia entrambi di stucco preferendo alle fauci granitiche il più rassicurante muretto sopra la sosta. Così inizio il mio viaggio mentre la giuria sotto il trampolino prepara i cartelli per i voti aspettandosi da un momento all’altro un tuffo alla Cagnotto sulla testa del Walter. Salvate le mie caviglie e la cervicale del socio, torno dopo lungo tempo ad afferrare l’erba mellica all’uscita del tiro per poi dare il via al valzer del sali-scendi nel bosco dei Folletti. Alla fine riusciamo a raggiungere l’enorme arco delle Dimore e, contemporaneamente, il tappo stitico che abbiamo davanti, fatto che provoca un immediato crollo della libido soffocando ogni velleità di passare sopra le teste dei 4 che ci precedono.

Una volta usciti da Kundalini, come se avessimo l’intera giornata a disposizione, iniziamo quindi a fare i turisti in piazza san Marco alla ricerca della traccia per lo Scoglio riuscendo nell’intento solo dopo un piacevole giro tondo nella giungla di abeti. La parete però pullula di formiche colorate come un favo di miele; guardo i nostri zainetti minuscoli che non essendo la borsa di Mary Poppins non possono contenere il porta ledge e poi resto allibito davanti al tipo che si sta confezionando un paio di guantini con lo scotch di carta (!) prima di partire per i 3 incastri che troverà sulle fessure di Luna! Mi tengo i commenti per me guardando la scena esterrefatto come il gelataio quando gli chiedo di non chiudere la vaschetta perchè tanto il gelato me lo pappo all’istante e poi iniziamo a valutare le possibilità che ci si parano davanti. Scartata l’ipotesi di fare Polimagò perchè siamo un po’ cagasotto e, sostanzialmente per lo stesso motivo, anche gli Oracoli, decidiamo puntare ai monotiri tra Cunicolo Acuto e Tunnel Diagonale per poi ritirarci anche qui senza colpo ferire con la scusa che abbiamo pochi friend a disposizione. Così alla fine optiamo per l’Albero delle Pere per un’insolita Kunda-Pere che inizia a mandarci in sballo con il paradiso del botanico per poi portarci alla base di un camino da talpa caiana. Mi infilo dentro la canna e inizio a strisciare su per il budello provando l’ebbrezza del friend umano fino a raggiungere la sosta sotto uno strapiombino con annessa vendita di Coca Cola e pop corn per la successiva prova del Walter. L’amico, in una mirabolante prova cinematografica, raggiunge in una manciata di metri l’apice della tecnica da paraculo caiano con tanto di doppia staffata su cordino sia su friend che su chiodo per poi levarsi di torno l’infido passo e lasciarmi poi divertire sulla placca sommitale. Mi bastano infatti pochi metri per sfiorare l’ennesima visione estatica su alcuni passi di spalmo per poi fare il coniglio e riprendere a fare il tree-climber mentre il dito medio saluta una coppia di vecchiette incanutite che mi fissa tenendo in mano un lungo filo mentre una terza, dal ghigno alla IT, continua impazzita a sforbiciare l’aria con un’enorme attrezzo tra le mani.


Cavallo Goloso


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sabato 26 marzo ‘11


La mattina, dopo aver tirato uno sgambetto alle previsioni, ci accoglie con una gradita sorpresa: il cielo è limpido e la temperatura mite ha sciolto il ghiaccio che settimana scorsa ricopriva il torrente. È ancora presto per scorgere i primi segnali della primavera ma la valle sta lentamente abbandonando la sua veste invernale; attraversiamo questo piccolo eden stupendoci ogni volta per la bellezza dei luoghi e per il fascino sempre vivo delle parete granitiche. Superiamo il sentiero per l’Alba del Nirvana dove sono diretti Fabio e Alex e quindi proseguiamo verso il nostro obiettivo. Tre cordate sono già impegnate su Kundalini mentre l’Albero delle Pere è completamente libero e in poco tempo ne raggiungiamo la base.

Salgo lentamente le prime facili lunghezze e quindi recupero Micol che mi segue senza problemi mentre siamo accompagnati dal rombo dei blocchi di ghiaccio che precipitano dal versante opposto: l’inverno sta dando definitivamente il suo addio alla valle. Preferisco salire tiri corti così da non allontanarmi troppo da Micol e poterla seguire mentre affronta il diedro che caratterizza la linea di salita. Poi arriva il punto in cui la struttura si fa più stretta. A destra individuo una comoda cengia seguita da una fessura verticale: si tratta certamente di una linea preferibile allo strisciare come un verme dentro lo stretto camino! Non mi lascio quindi sfuggire l’occasione e mi porto sulla linea più aerea: la fessura non è comunque banale ma, dopo un attento studio, archivio la pratica e raggiungo la base del tetto del tiro successivo. Micol esce anche lei indenne dalla variante e si sistema ad osservare un leggero pachiderma alle prese con la forza di gravità. L’elefantiaco scalatore riesce a superare il tratto chiave in libera con la grazia di una libellula dopo le festività natalizie: del resto, la rinuncia al ciapa e tira esige il suo dazio! Qualche attimo di sconforto e poi anche la mia dolce compagna mi raggiunge in sosta; il più è oramai fatto, dobbiamo solo decidere da che parte salire: per la via originale o per le placche a destra? Non nascondo il fatto che quella distesa rocciosa mi ha stuzzicato per tutta la salita e non tardo a lanciare la proposta a Micol che però pare un poco titubante. Evitiamo quindi di salire la linea di Lucertole al Sole, tornando a sostare nel canale dopo aver affrontato la prima parte della placca d’aderenza. Ma poi, visto che il gioco ci piace, torniamo a spingere sui piedi lungo l’ultimo tiro: la placca non è poi così impegnativa, bisogna solo mantenere un po’ di autocontrollo!

Sotto i nostri piedi si trova ora la linea appena salita mentre siamo sormontati dalla mole, a dire il vero un po’ schiacciata, dello Scoglio e poi sia a destra che a sinistra è un susseguirsi di pareti, un vero luna park per le nostre future ambizioni.


Cavallo Goloso


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