AMICI – LOCHBERG
sabato 20 settembre ‘25
Evidentemente al Richi non è bastata la lezione sulla via dello Spirito. Evidentemente la sua fede nel Caianesimo è ben superiore a quanto immaginassi e così eccolo un’altra volta intortato in un’avventura con la stessa squadra. Per il Gabri invece è diverso: contezza in cosa significhino certe avventure lui ce l’ha e forse è per quello che non ribatte al diniego del Walter sulla mia proposta. Ecco, appunto, è qui che sta il nocciolo del problema: perchè il Walter dovrebbe rifiutare l’allettante prospettiva di una scampagnata in giornata alla punta Allievi? Forse perchè l’idea di passare la domenica con una dolce pulzella annebbia il suo istinto caiano a causa del potenzialo rischio di un rientro in condizioni piallate e a non si sa bene a quale orario? Così tiro i remi in barca e mi accodo al progetto di una salita nella zona del Furka. Che poi anche lì si può respirare lo spirito caiano, soprattutto quando si scala sul granito rossastro che ricorda in piccolo la Patagonia. Il vento invece, quello no, quello fa le cose abbastanza in grande tanto che ad un certo punto mi sembra proprio di essere sulla punta dell’Argentina. Ma andiamo con ordine. L’orario del ritrovo (sempre per questioni di donne) è di quelli da inorgoglire l’aquila: non è ancora iniziata la stagione scialpinistica ma noi ci si trova che è ancora notte fonda o agli albori di un nuovo giorno, dipende un po’ dai punti di vista. Ovviamente ci si trova già colazionati come da formazione impartita al Richi perché la colazione in compagnia è un abominio da evitare, altrimenti la prossima volta ronfo mezz’ora in più e così il ragazzo evita di chiedere inutilmente. Poi, quando arriviamo al parcheggio, altri avventori caiani teutonici stanno ancora sorseggiando il caffè segno che forse il rammollimento falesistico ha superato la catena alpina: noi carichiamo gli zaini e con aria di sprezzo partiamo. L’avvicinamento è più lungo di quanto mi aspettassi (ma allora perchè non siamo andati all’Allievi?): immaginavo infatti qualcosa di più FF ma, del resto, il Walter non poteva completamente rinnegare la sua natura. Poi, fatti gli equilibristi su una serie di sfasciumi, raggiungiamo finalmente l’attacco. Questa volta sarò io col Gabri e il Walter col Richi perchè se squadra vincente non si cambia, è opportuno farlo dopo una mezza sconfitta. Intanto dietro stanno arrivando altri 4 pretendenti: alla faccia che, stando alle mie ultime parole, la salita non dovrebbe essere molto frequentata! In pratica potremmo formare quasi un’unica fila dalla base alla vetta. Parte il Gabri e io lo seguo a ruota: c’ho le scarpe nuove e, in attesa che i piedi inizino (eventualmente) a lagnarsi, gli effetti sembrano vedersi. A metà salita il Gabri tira i remi in barca e mi lascia completamente le redini della conduzione, contemporaneamente una qualche porta spazio temporale ci catapulta in Patagonia o trasferisce qui il vento argentino, vedete un po’ voi. Sono alla penultima sosta e Eolo inizia a darmi una serie di buffetti: all’inizio niente che il cappuccio non riesca a fermare ma poi il troppo diventa troppo e quindi provo a rintanarmi tra le pieghe dello spigolo mentre cerco di recuperare il Gabri. Mi sento come su una barca in balia del vento mentre lui mi pare occuparne una incagliata sulla spiaggia. Quando finalmente mi raggiunge, riparto il più velocemente possibile con due pezzi di marmo al posto delle mani e con l’unico miraggio di infilarmi il piumino una volta raggiunta la cima. D’altra parte resto, non volevo forse un’alta giornata di Caianesimo Extreme? E perchè dovrei quindi lamentarmi se ad assecondare i miei desideri ci pensa ciò che sta attorno alla roccia?
Cavallo Goloso
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