racconto della punta di larescia (cima di gorda), valle di blenio (ticino)


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PUNTA DI LARESCIA (CIMA DI GORDA) – VALLE DI BLENIO

domenica 02 marzo ‘14


Il tempo è stupendo, senza una nuvola in cielo e questa volta Micol mi propone di salire alla capanna Gorda. Provo a smuovere la sua richiesta più che altro per arricchire il “sitodiriferimento” con una nuova salita ma lei si mostra graniticamente inamovibile e così, detto fatto, ci muoviamo verso Olivone. Misurare la neve in metri sarebbe un’impresa titanica perchè sarebbe molto più utile il chilometro, così proviamo con le tonnellate: tonnellate di neve sugli alberi, tonnellate di neve in cima ai muraglioni, tonnellate di neve sui tetti! Insomma ce n’è in abbondanza per i prossimi week end!

Intanto ci avviamo lungo la comoda mulattiera ben battuta dalle motoslitte: il tracciato non sale mai divertendosi piuttosto a gironzolare in lungo e in largo attorno al pendio così da rendere una vera lungaggine il guadagnar quota. Ma noi non siamo qui per mettere dislivello sotto le pelli, e quindi saliamo in tutta tranquillità parlando del “per” e del “diviso”!

Ho i cavalli semi impazziti ma devo tenerli a bada; d’altra parte, avendoli alimentati la sera prima con 2 piatti di pasta, 3 fette di spada e ben 4 pasticcini del Melillo, pare conseguente e logico che questi vogliano sprizzare verso l’alto. Così inizio a muovermi come un elastico: vado un po’ avanti per poi rallentare e ricongiungermi con Micol finchè noto che la sua andatura inizia lentamente a diminuire. Intanto il termine della mulattiera si fa sempre più vicino: la neve scaldata dal sole si fa umida e inizia ad attaccarsi sotto gli sci. Muovo gli ingranaggi del cervello e finalmente un lampo squarcia le nuvole che ho in testa: sotto gli sci di Micol sonnecchia un bello strato di neve aggrappato come una cozza su uno scoglio! Ma di fatto non riusciamo ad uscire dal vortice dello zoccolo: pur pulendolo in continuazione, quello torna ad attaccarsi e così, quando siamo sotto gli alberi, mi prendo in spalla i suoi sci.

Di par suo, l’istinto caiano verso la vetta resta qualcosa di irrinunciabile e insistentemente logorroico ma alla fine devo prendere atto della realtà, frenare lo scalpitante desiderio di vetta e decidere di fare dietro front. Torniamo quindi sui nostri passi riattraversando una foresta che fatica a sostenere l’immane peso che la sovrasta finchè torniamo alle case in cima alla stradina. La neve è in buone condizioni, forse leggermente pesante ma Micol, da brava caiana, si butta con caparbietà lungo la discesa mentre il sottoscritto proprio non riesce a fare a meno di fare un tuffo nella coltre gelata. Poco più sotto, un paio di tagli mi permettono di sfogare un po’ l’istinto prima di lasciare scivolare definitivamente i legni giù per la stradina.


Cavallo Goloso


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domenica 27 dicembre '09


Passata la classica maratona mangereccia natalizia con lo stomaco ancora in piena fase digerente, risalgo la strada battuta nel bosco sopra Olivone in compagnia di Ucci. Qualche nuvola gioca a rincorrersi in cielo, mentre il sole è ancora invisibile dietro la cresta rocciosa che ci sovrasta. Superiamo diversi nuclei di alpeggi fino a lasciare la zona alberata per imboccare il costolone in direzione della cima. Individuiamo facilmente il percorso seguendo le tracce di un trio che ci precede diretto alla nostra stessa cima.

La neve porta tracce evidenti della pioggia caduta nei giorni passati: i pendii sono ornati da rigole che tagliano una superficie quasi marmorea, mentre sulle più alte vette circostanti trabocca la soffice copertura invernale. Le poche nuvole hanno lasciato il posto ad un cielo terso che ci lascia godere pienamente della giornata.

Restiamo comunque in vetta solo il tempo per gustare un piccolo pranzo per poi iniziare la discesa. La neve non è in condizioni ideali, ma fino ad entrare nel bosco c'è il tempo per divertirsi scodinzolando tra un arbusto e l'altro. Poi imbocchiamo la strada battuta dal gatto guadagnando lentamente e con faticose racchettate una quota più bassa: riesco solo a trovare un ripido pendio tagliato nel fitto del bosco che mi permette di scendere più rapidamente fino a ritrovare la stradina da cui ritorniamo al parcheggio.


Cavallo Goloso


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