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LOFOTEN – NORVEGIA

domenica 07 agosto – martedì 09 agosto ‘11


L’organizzazione

“Verreste alle Lofoten?” io e Micol ci guardiamo in faccia: la proposta di Alex e Fabio è decisamente allettante e quindi accettiamo senza pensarci due volte. Così, quando ancora si programmano le uscite con gli sci, eccoci intenti a sfogliare guide e a pianificare la nostra piccola spedizione in terra norvegese. La prima cosa da farsi è valutare il mezzo con cui raggiungere la nostra meta: scartiamo quasi subito l’ipotesi camper visto che solo il noleggio viene una mezza follia. Propongo allora l’ auto ma senza successo: i chilometri da fare sono un po’ tanti! E allora non ci resta che l’aereo e poi il noleggio di un auto per andare da Oslo alle Lofoten. Prenotiamo i biglietti aggiungendo un bagaglio da 15kg per coppia: avremo con noi l’attrezzatura per il campeggio, quella per scalare e una certa riserva di cibo visti i prezzi faraonici norvegesi e quindi, fatti due conti molto a spanne, ci sembra più che sufficiente optare per il bagaglio aggiuntivo più piccolo.

Passano i mesi e la data della partenza si avvicina: dobbiamo attivarci per prenotare l’auto. Spulciando su internet, veniamo così a scoprire che, senza carta di credito, nessuno ti consegna una vettura e, di conseguenza, ci ritroviamo virtualmente appiedati a Oslo. Nonostante l’inconveniente, l’entusiasmo rimane alle stelle e così valutiamo l’opzione mezzi pubblici: treno da Oslo a Trondheim e poi fino a Bodo per un totale di circa 17 ore, più o meno quello che avevamo preventivato con l’auto ma risparmiando sul costo del noleggio! Più che contenti per avere preservato i nostri portafogli e considerando che alle Lofoten useremo il bus locale, prenotiamo anche i treni scegliendo di viaggiare di notte ma, ovviamente, non nelle cuccette!

E poi arriva il fatidico giorno in cui ti trovi a pesare il bagaglio e a ridurre tutto all’osso: due paia di mutande e due magliette sono sufficienti, tanto poi si fa la bella lavanderina. Portiamo solo una pentola a coppia che così risparmiamo ulteriormente. Anche l’attrezzatura alpinistica è al minimo: se dovessi perdere un moschettone, sarei fregato! Ma, nonostante i nostri sforzi, i 15kg da stivare più i 20 come bagaglio a mano non sono sufficienti e quindi siamo costretti a prendere un ulteriore bagaglio da 20kg. Cosi facendo, ci porteremo a spasso, tra Orio e le Lofoten, circa 90kg! D’altro canto l’aggiunta del terzo bagaglio ci garantisce una buona riserva di cibo: risotti e zuppe liofilizzati, tonno, fagioli e piselli saranno la nostra dieta per i pranzi e le cene di una decina di giorni. A colazione, invece, non ci faremo mancare un po’ di Nutella e i biscotti.


I giorno: Oslo (07 agosto)

Girare con 20kg sulla schiena e 15 davanti non è il massimo della comodità: ad ogni piccola salita resto inesorabilmente indietro. Per fortuna che tra un mezzo e l’altro non c’è molta strada! Tra l’altro pioviggina e fa un freddo cane: maledetta carta di credito! La prima cosa da farsi è abbandonare il macigno che ci portiamo dietro e quindi raggiungiamo subito il centro informazioni per capire dove sia il campeggio più vicino. L’efficienza nordica raggiunge probabilmente il suo apice: l’ufficio è organizzato con precisione a partire dal bigliettino per prenotarsi, un po’ come dal salumiere, e poi sanno rispondere precisamente ad ogni domanda, peccato che a noi le richieste vengano in mente con frequenze geologiche costringendoci a continue consultazioni e ri-prenotazioni del turno! Perdiamo così un po’ di tempo durante il quale, se non altro, smette di piovere.

Acquistati i giornalieri che ci permetteranno di prendere ogni mezzo della capitale, raggiungiamo il vicino campeggio: non avendo né l’auto né le bici, siamo classificati come “pellegrini” (un modo elegante per definire i pitocchi!) e, come tali, usufruiamo della tariffa più agevolata, così finalmente rizziamo il nostro primo campo e ci avviamo verso il centro lasciando le zavorre a tenersi compagnia sotto le tende.

La prima cosa da fare è individuare il negozio dove l’indomani potremo acquistare le bombole del gas e poi possiamo girovagare per Oslo: il centro è costituito da una lunga via che dalla stazione porta al palazzo reale anche se forse la parte più interessante è vicino al porto dove una serie di edifici e il palazzo dell’opera in stile moderno si affacciano sul mare.


II e III giorno: Oslo e il viaggio verso le Lofoten (08-09 agosto)

La nuova giornata ci accoglie con tempo freddo ma bello; sfruttiamo allora il giornaliero per prendere la barca e gironzolare tra le isole del fiordo della capitale prima di prendere il treno per Trondheim. Oslo ci appare così in tutta la sua estensione, con una serie di costruzioni abbarbicate sulle colline mentre alle loro spalle si apre un’infinita distesa boschiva. Scorgiamo anche il trampolino per il salto con gli sci: deve essere un’ottima posizione per osservare l’intero fiordo!

Sulle piccole isole sorgono diverse casette dai colori brillanti mentre nei porticcioli ondeggiano numerose piccole barche; il nostro battello intanto ha terminato il suo giro e ci ha riportato sulla terra ferma permettendoci di raggiungere comodamente la stazione dei treni.

Il viaggio verso nord scorre senza alcun problema su vagoni inaspettatamente confortevoli. Da Trondheim saliamo poi sul treno diretto a Bodo: viaggiando di notte risparmieremo sui tempi ma i sedili, sebbene comodi, non sono certo confortevoli come un letto. Così svegliandomi innumerevoli volte, trascorro la notte cercando invano la posizione più comoda.

Il porto è a poche centinaia di metri dalla stazione ma il bagaglio è un macigno che lentamente mi schiaccia a terra, stritolando le mie povere spalle che invocano pietà. La massima velocità consentita è quella da processione, di più proprio non riesco a dare. Poi finalmente la nave salpa mentre cerchiamo di riprenderci dal viaggio notturno.

Forse mi sono già abituato all’inverosimile silenzio che regna nei luoghi pubblici perché proprio non riesco a sopportare lo starnazzante vociferare di alcune comari sedute poco lontano da noi. Fortunatamente ben presto siamo in vista delle prime montagne e così ne approfitto per uscire sul ponte a pigliarmi una bella sferzata d’aria fresca e scattare le prime immagini della nostra meta. Il panorama è praticamente identico a quello dei depliant: poche casette rosse si affacciano sui moli dove si trovano alcuni pescherecci; sullo sfondo le montagne verdi si specchiano in un mare bluastro mentre le nuvole ricoprono come cappelli le cime aguzze.

Siamo in attesa di parlare con l’impiegato dell’ufficio informazioni quando scorgo un noleggio d’auto. Nonostante le negative esperienza pre-partenza, non resistiamo alla tentazione e ci fiondiamo verso il noleggiatore: gironzolare con quel maledetto carico è praticamente impossibile! Evidentemente la fortuna gira dalla nostra perchè qui non è richiesta nessuna carta di credito anzi, accettano solo contanti! Ottimo! Valutate quindi le nostre finanze, decidiamo di prendere la macchina per quattro giorni e qui ci ricordiamo che, per guidare, serve la patente: la mia e quella di Fabio sono rimaste a Milano, quella di Micol a Como mentre quella di Alex è ancora nel portafoglio. Così, dopo un primo momento di panico quasi totale, prendiamo la nostra Nissan e iniziamo a caricarla; grazie ad inaspettato effetto borsa di Mary Poppins, infiliamo comodamente tutto il nostro bagaglio lasciando così il porto di Moskenes. [continua]


Cavallo Goloso


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