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L'ALTRA CHIAPPA – ANTIMEDALE

domenica 28 marzo ‘10


La voglia è sempre tanta, le idee, forse un po’ azzardate non mancano e sono tutte rivolte al Medale, ma dobbiamo fare i conti con il cambio dell’ora e con gli strascichi del sabato, così decidiamo di dirottarci sul più addomesticato Antimedale. Questa piccola struttura ha il pregio di avere una roccia quasi perfetta: placche compatte si alternano a diedri e tetti che si protendono verso l’alto protetti dalla mole del vicino Medale che da lontano ruba la scena al fratello minore.

L’idea è di salire su una delle vie della parete per poi scalare su qualche monotiro, ma i programmi cambieranno ancora una volta con il corso degli eventi. La parete brulica di alpinisti ed è quasi impossibile distinguere le diverse cordate, tant'è che pare costituiscano un’unica fila che dagli attacchi delle vie si snoda fino alla vetta.

Ci prepariamo con calma alla nuova avventura sull’Altra Chiappa cercando di placare la brama di scalata, ma appena le mani toccano la roccia, ne sono rapito e inizio a salire fino alla base del pilastro strapiombante su cui sale il primo tiro impegnativo della nostra linea. Raggiunto da Micol, riparto per quello che si rivelerà il tiro più difficile: una sequenza di buone prese distanziate in leggero strapiombo e che richiedono continui spostamenti ora a destra ora a sinistra mi conducono ad un diedro solcato da una fessura sottile. Non risolvo l’arcano e mi trovo costretto a tirare un paio di chiodi, lasciando sfumare la libera. In sosta il pensiero va a Micol: non credevo che la lunghezza superata potesse essere così impegnativa e lei ha ancora nelle gambe la discesa di ieri. Inizio a pensare di aver puntato troppo in alto e che forse mi sarei dovuto indirizzare su qualcosa di più tranquillo. Ma lei mi stupisce ancora una volta: la corda viene recuperata con regolarità, la sua progressione rimane fluida e continua e, alla fine, è con un bel sorriso che mi raggiunge in sosta.

Le lunghezze restanti non ci riservano inaspettate sorprese: decido di collegare le prime due che la via mi propone realizzando un lungo tiro di placca con passi impegnativi e un’uscita alla sosta piuttosto scorbutica. Micol interpreta a suo modo il lungo viaggio, sfruttando una fessura a sinistra degli spit che la obbliga ad un delicato traverso per smocchettonare la corda; ne deduco che quella variante le vada a genio, visto che già alla nostra prima esperienza con la parte alta dell’Altra Chiappa aveva esplorato quella porzione di parete.

Rapidamente ci ricongiungiamo con Istruttori per uscire poi sul comodo spiazzo sommitale. Godiamo del sole e della calda giornata chiacchierando e svuotando la piccola dispensa dello zainetto sostanzialmente costituita di soli dolci! Quando iniziamo la discesa è ormai tardi per pensare di scalare ancora lungo i monotiri: osservo incantato le compatte placche di questo prodigio della natura comunque contento per la giornata che volge al termine, mentre il sole ci saluta buttandosi dietro le alture alle nostre spalle.


Cavallo Goloso


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