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CINQUETTI – SPERONE CINQUETTI

domenica 18 maggio ’25


Come volevasi dimostrare, la notte passata a dormire sotto le stelle porta bene: nessuna segheria nelle vicinanze, nessun rumore molesto ad interrompere il convivio con Morfeo e, soprattutto, nessuno che possa poi sostenere che sia io quello che ha un hobby per la falegnameria. E poi almeno in questo si vive un po’ di sano Caianesimo! Per il resto, la macchina complessiva va un po’ rilento a partire, sarà forse perchè qui si potrebbe perdere del gran tempo a riempire gli stomaci con la lauta colazione o sarà anche per l’estrema vicinanza delle pareti: rotoli dal letto, la faccia ancora come quella del pugile suonato, e sei all’attacco. Il risultato è che, ciondola tu e ciondolo io, arriviamo alla base che abbiamo davanti altre due cordate del corso toscano con cui abbiamo condiviso il rifugio. Non ci resta quindi che metterci comodi comodi a maturare lentamente prima di riuscire a mettere le mani sulla roccia. Col senno di poi, ci sarebbe stato un altro giro di colazione ma forse va bene così se non si vuole correre il rischio di fare pure la cena da queste parti. Parto sul primo tiro e, rapidamente, arrivo in sosta anche perchè, sarà forse per annoverare più lunghezze sulla relazione, pare ci sia un po’ la mania dei tiri-bouder. In ogni caso, sono tranquillamente assicurato alla mia bella sosta quando parte la sfilata per la gara del sacco di patate. Atleti in gara: 2 più un potenziale outsider, rispettivamente Lombardia contro Toscana. Un po’ me l’aspettavo ma il fatto di avere anche davanti un pretendente al titolo francamente un po’ mi disturba. Comunque la gara ha inizio: il lombardo se la cava bene sulla prima lunghezza ma il toscano tiene botta con un bel test di elasticità della corda poco sopra la partenza del secondo tiro. Noi non lo sappiamo ancora ma di fatto questo sarà lo spartiacque dell’intera gara perchè, da lì in poi, la Toscana mostra di aver portato il suo migliore atleta contro il quale il nostro proprio nulla riesce a fare. Il meglio lo raggiungiamo alla quarta lunghezza. Il passaggio tutto sommato è un po’ come un bicchiere d’acqua andato di traverso e qui il Toscano decisamente si impone come il campione (anche se già sui due tiri precedenti i miei allievi mi raggiungono in sosta senza grandi difficoltà). Prova a passare una volta, poi una seconda e alla fine, sfinito, si abbandona come un fuso alla corda ben tesa. Sembra un po’ un salame a stagionare in preda agli elementi. Evidentemente è sfinito e quindi il titolo se lo porta a casa per evidente superiorità. Dal canto mio, gioco sporco e, per evitare un possibile nostro recupero ma soprattutto un bivacco in parete, piazzo un bel cordone sul passo chiave con cui i miei allievi mostrano subito quale sia la vera stoffa del caiano: ciapa e tira e il problema si risolve! Per il resto, va bene aver davanti il neo campione di sacco di patate ma quando capiamo che, a due lunghezze dalla fine, le cordate davanti alzano bandiera bianca, non possiamo che tirare un bel sospiro di sollievo. Metto insieme quelle che secondo la relazione sarebbero due lunghezze e mi ritrovo così alla base degli ultimi metri finali dove forse il neo campione avrebbe potuto farci ammirare un ultimo spettacolo proprio al termine della salita.


Cavallo Goloso


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