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PIZZO UCCELLO – VALLE MESOLCINA

domenica 19 settembre ‘10


Dopo il diluvio di sabato (ma del resto è troppo chiedere che piova di lunedì), finalmente una bella giornata di sole! Indossati indumenti consoni alla classica gita di Ferragosto, quando sbarco dal pullman sono preso a schiaffi dal pungente vento che spira da nord. Non ricevendo benefico giovamento dall’accoglienza riservata da Eolo, do quindi il via alla folle corsa alla ricerca del pile o della giacca a vento in fondo al marasma dello zaino. Rivestitomi in quattro e quattr’otto, posso così finalmente prendere la testa di quella masnada dei Nadzgul e iniziare la consueta cavalcata domenicale. Ho intenzione di scuotere questa marmaglia di pigri nulla facenti, anche perchè, pur ben bardato, non riesco a raggiungere una temperatura sufficientemente confortevole! Così inizio a salire come se la meta fosse una pasticceria prossima all’orario di chiusura, con il risultato che, ben presto, il gruppo inizia a disseminarsi lungo il sentiero.

Pur tenendo d’occhio la situazione, proseguo nella mia corsa forsennata fino ad uscire dal bosco dove si aprono una serie di pascoli sopra i quali si innalzano le cime circostanti: una placida mandria di mucche ci osserva arrancare su per la salita indifferente al nostro sbuffare.

Il sentiero ci permette di guadagnare rapidamente quota fino a raggiungere il filo di cresta dove si apre un salto di roccia marcia che si getta verso il passo del S. Bernardino. Percorriamo un tratto del traverso che conduce alla vicina vetta prima di decidere di piazzare una lunga fissa per assicurare la progressione dei ragazzi. La roccia non offre molte possibilità di protezione e così, con l’aiuto dei Nadzgul più grandi, mi trovo costretto a trasformarmi in carpentiere alla ricerca della migliore fessura per i chiodi a cui ancorare la corda. In perfetto stile pesante degno della migliore tradizione himalaiana e dopo averne ingabbiato i pendii terminali, finalmente calchiamo la cima del Pizzo Uccello!

La discesa poi è un puro divertimento: il sentiero non eccessivamente sconnesso ci permette di lanciarci a capofitto verso valle fino ad avvistare la Terra di Mezzo e la Contea impegnate nello sport ufficiale dell’AG di Como: il roverino! Come nei migliori film westner, restiamo per un attimo appollaiati su un colle guardando gli ignari coloni di turno intenti a lanciarsi il disco di corda. E proprio mentre l’orda sta calando sugli ignari giocatori, questi ultimi decidono di riporre il roverino nello zaino lasciando così a bocca asciutta noi poveri conquistatori dell’inutile.


Cavallo Goloso


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