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PISTE DI PESCEGALLO – VAL GEROLA

sabato 15 febbraio ‘14


Il tempo del week end non promette nulla di buono ma Micol è fermamente intenzionata a uscire di casa, far cambiare aria alle muffe dilaganti e sperare di non inumidirsi troppo. D’altra parte il passaggio da mammifero ad anfibio è un’involuzione piuttosto macchinosa!

Vogliamo sciare ma considerando che danno pioggia e che quindi la visibilità sarà quanto meno scarsa, non abbiamo molte possibilità a meno di tentare l’ennesima sfacchinata in salita e poi in discesa. Così me ne sto zitto zitto, buono buono e acconsento alla sua proposta: tornare al Pescegallo. In fondo, perchè no? La salita è comoda e sicura seppure breve e il divertimento in discesa certamente non manca così, senza dover partire ad orari antidiluviani, ci infiliamo in auto alla volta della val Gerola.

La neve è abbondante come la sabbia nel deserto: montagne infinite di massa bianca si innalzano dai lati della strada. Gli alberi sono carichi, i tetti delle case sono pieni, l’ambiente straborda, vomita neve da ogni dove. Se non altro, almeno al momento, le previsioni sembrano disattese anche se verso nord la marea grigia delle nuvole dilaga al leggero trotto. Noncuranti, inforchiamo gli sci e ci avviamo verso l’alto lungo la mulattiera. Un mese fa salivo quasi di corsa, ora passeggio senza ansimare e, soprattutto, senza essere costretto a rinfilarmi il cuore saltato fuori per il battito impazzito! I tornanti si susseguono rapidamente, superiamo un breve tratto in fresca e raggiungiamo la pista dello ski-lift. Un ultimo sforzo e arriviamo alla fine degli impianti mentre sopra le nostre teste le cornici sembrano gigantesche labbra pericolanti. Intanto le nuvole hanno invaso anche il cielo orobico e qualche fiocco inizia a precipitare verso il basso: sembra l’anticamera del caianesimo extreme! Sfiliamo quindi le pelli e ci prepariamo alla discesa, ovviamente rigorosamente fuori pista: la partenza ha la pendenza ideale per scaldare i motori, abituare i pistoni a salire e scendere ritmando il movimento degli sci. La neve è semplicemente perfetta, una polvere sottile che si solleva al nostro passaggio ma dopo poche curve le nostre strade si dividono: Micol già per la pista, io per un canale da caianesimo extreme assicurato. Due o tre virate e entro nella fossa: qualcuno mi ha già preceduto e io non faccio altro che seguirne le tracce. Lascio scivolare i legni sentendomi come quelli forti dei video; per un soffio evito le fauci di una specie di crepaccio e poi continuo a scodinzolare verso il basso. Incrocio la mulattiera, taglio verso destra, attraverso la pista e mi rinfilo nel canale del torrente. La neve ora è intonsa: tanto meglio ma chissà perchè? Me ne infischio e continuo a scendere. Due, tre, quattro curve, un paio di mezzi saltini (che poi per gli specialisti saranno poco più che gradini) e raggiungo il bandolo della matassa. O salto nel vuoto per 4 o 5 metri o mi calo oppure devo risalire! Scelgo la terza opzione e, tolti gli sci, inizio a nuotare verso la superficie. L’unico pensiero che ho in testa è limitare il più possibile il ritardo così da ridurre l’attesa di Micol; affondo fino a metà coscia ma vedo il bordo del canale sempre più vicino finchè non mi trovo completamente arenato. La neve continua a crollare sotto il mio peso e io non riesco più ad avanzare. Mi volto per trovare un’altra soluzione e immediatamente scopro gli effetti della foga sul cervello: annientato, azzerato, completamente e totalmente inutilizzato. Il versante opposto è alto si e no 3 metri mentre quello dove sono io è più del doppio! Scendo di corsa lungo la traccia, supero il canale con un paio di passi nella speranza di non finire a mollo nel torrente e poi risalgo verso la luce. Ancora tracce di discesa: sono salvo! Inforco gli sci e esco dal bosco, raggiungo una mulattiera e in quattro e quattr’otto sono alla partenza della seggiovia. Micol è dall’altra parte con lo sguardo fisso verso l’alto: non si accorge nemmeno che mi avvicino con un sorriso a 32 denti stampato in volto. Anche questa volta me la cavo: è lì da pochi minuti e il mio leggero ritardo se la può quindi svignare senza colpo subire.


Cavallo Goloso



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lunedì 06 gennaio '14


Giornatona: sole, caldo e neve polverosa; unico neo: pericolo di valanghe 8000! Così dobbiamo pianificare una gita in un posto sicuro che significa solitamente finire in un bosco o su qualche panettone. Come al solito l'indecisione regna sovrana finchè alla fine riusciamo a scegliere di andare in val Gerola dove però si apre un piccolo mondo di possibilità ma siccome per ora ne abbiamo abbastanza, lasceremo la decisione finale per l'indomani.

Lunedì mattina siamo solo io e Micol: la cosa semplifica ulteriormente la scelta della meta anche perchè lei vuole andare in pista. Così guido fino in fondo alla vallata destreggiandomi su una strada non proprio pulita fino alla partenza della seggiovia. Ma qui per il sottoscritto le comodità terminano o, per lo meno, compiono una decisa frenata: ero partito per fare scialpinismo e questo farò! Così, mentre Micol salirà comodamente seduta, io me la vedrò con la traccia e le numerose tutine in allenamento.

Sono indiavolato, affamato, disperatamente voglioso di affannarmi su per la montagna. Così parto alla volta della mia meta ripetendomi più e più volte di non esagerare che poi finisce che stramazzo! Ma il consiglio, come consuetudine, cade sostanzialmente nel vuoto e così mi vedo affrontare la salita senza perdere eccessivo terreno dai vari atleti in tenuta super leggera. Per una volta, il percorso viene però in mio aiuto: la mulattiera battuta sale regolarmente e senza ghirigori fino a portarmi all'arrivo della seggiovia, ora manca solo la pista dello ski lift e poi potrò iniziare a zig zagare! Peccato solo che il falso piano sembri un'infinita distesa tutt'altro che piatta! Ma io tengo duro, scarico le ultime energie ignorando l'acido lattico e finalmente arrivo al termine della pista.

Attendere Micol è l'occasione per riportare il cuore a regimi normali e fare cessare il traballamento delle gambe e poi possiamo iniziare a scodinzolare fuori pista nel borotalco.

Purtroppo il divertimento termina sempre troppo rapidamente ma lo si può sempre ripetere! Così ripello e, per la seconda volta, risalgo la veloce mulattiera. Ci sarebbe potuta stare anche una terza volta ma non volendo strafare, mi accontento della giornata soprattutto perchè Micol ha finalmente sperimentato un po' della tanto raccontata polvere!


Cavallo Goloso



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