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QUOTE ROSA – QUALIDO

sabato 07 giugno ‘14


Qualido; solo a sentirne il nome da un lato mi viene il latte alle ginocchia ma dall’altro le mani iniziano a prudere. Con frenetico isterismo sfoglio assatanato le pagine della guida; i fogli lucidi corrono senza però riuscire a tenere la scia della mente che è ben già più avanti. Studio difficoltà e sviluppi finchè alla fine infilo nello zaino anche la frontale individuando un paio di alternative alla “passeggiata” proposta da Cece.

Al parcheggio la decisione non è ancora presa e quindi, anche se la probabilità di attaccare una delle mie proposte è quantomeno bassa, aggiungo ai ferri anche chiodi e martello prima di iniziare ad arrancare su per il sentiero. Intanto la parete sembra divertirsi a giocare con il nostro fiatone mostrandosi sempre più vicina quando in realtà siamo separati dall’abisso cui noi continuiamo imperterriti a non prestare attenzione macinando metri su metri a testa bassa come muli verso la promessa della carota. La prima vera difficoltà è l’attraversamento del torrente: questo spumeggia e rumoreggia sogghignando sotto i baffi ben sapendo che la sua trappola scatterà nel pomeriggio quando la portata sarà decisamente più importante. Comunque consci dell’incaprettamento e senza badare al fatto che ad ogni azione consegue una reazione, da bravi e impavidi caiani ce ne infischiamo di quel che sarà e, brancate le fisse logore, ci dedichiamo al lavaggio di scarpe, calzettoni, piedi e tutto ciò che si trova sotto il ginocchio. Il fresco passaggio in lavanderia corrobora e tonifica la muscolatura tanto che lasciamo correre e passiamo oltre la muraglia su cui una folla d’arditi è già intenta nella propria battaglia mentre il cuore singhiozza e le gambe iniziano a rallentare pensando a quel che sarebbe potuto essere se ci fossimo spinti un po’ oltre. Ci accontentiamo invece di proseguire sul sentiero alla volta di Quote Rosa, probabilmente l’unica via della zona non da panico. Parte quindi Cece superando una parete forse un po’ troppo frequentemente interrotta da cenge erbose che di contro hanno l’indubbio pregio di offrire degli ottimi e comodi punti di sosta. Sulla qualità della roccia invece non si discute ma, del resto, diventa anche difficile pensare ad una bassa qualità in questo gigantesco luna park! Così rapidamente ci lasciamo i primi tiri dietro le spalle finchè arriva anche il mio turno e subito mi metto nei casini. Superato il tettino del quinto tiro, non riesco infatti ad individuare lo spit successivo e quindi, seguendo l’istinto caiano, mi sposto verso la grossa fessura rovescia alla mia sinistra. Sono comunque fortunato perchè la breve deviazione mi ributta nel giro di pochi metri sul percorso corretto e quindi alla sosta. Le successive lunghezze sono una rincorsa verso il sole che va a calare dietro la parete oltre che ad una piacevole arrampicata su placche movimentate finchè sotto i miei piedi ho solo la lunga cresta confinale. La val Qualido sotto di noi è un piccolo incanto della natura, un luogo selvaggiamente nascosto non ancora disturbato dal via vai degli escursionisti del sentiero Roma e dove già mi vedo, nel prossimo inverno, schizzare neve con gli sci. Intanto però abbiamo un’altra gatta da pelare e soprattutto ben altre lavate cui pensare: infatti il torrente si deve essere fatto ben più minaccioso e sarà lì intento ad aspettare il nostro rientro. Ancora una volta, basandoci sul detto che chi vivrà vedrà, ce ne infischiamo, buttiamo le doppie e iniziamo a rotolare verso valle. Il fiume sembra uscito da un mese di Mc Donald e il mio più grosso timore è quello di essere spazzato come un proiettile verso valle: mi guardo quindi attorno nella speranza di scovare una soluzione alternativa che non c’è, a meno di risalire e poi passare il val del Ferro! A quel punto Marco deve aver mangiato la foglia e si fa coraggio rischiando il tutto per tutto. Come un pirata dei Caraibi, parte all’arrembaggio lavandosi da capo a piedi ma portando a termine l’umida e fresca traversata; lo seguo e arrivo dall’altra parte asciutto solo per metà: tanto avrò modo di grondare per l’afa verso cui ci stiamo letteralmente buttando contro!


Cavallo Goloso


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