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GURONSAN – PIZZO TORRONE OCCIDENTALE

giovedì 13 agosto '09


Dopo la salita di ieri, io e Cece puntiamo a qualcosa di meno impegnativo, giusto per sfruttare la nostra presenza in quota. Memori della fatica patita il martedì per raggiungere il rifugio Allievi, non siamo dell'avviso di ripetere la sfacchinata nel breve periodo. L'ambiente è mozzafiato, la roccia di alta qualità, ma l'attraversamento della Val di Mello è un vero calvario, soprattutto osservando i numerosi villeggianti (con annesse gnocche in costume da bagno) che ti scrutano mentre tu arranchi schiacciato dal peso dello zaino che ti sega le spalle. Poi sai che ti aspettano 1300 metri di pura e dura salita e l'unica consolazione è rappresentata dall'assenza di rappresentanti del gentil sesso che ti invoglierebbero a ben altre attività. Così, meglio sfruttare la situazione e le belle giornate per inanellare un'altra salita, dissanguati da quel vampiro del rifugista che ti chiede ben 13€ per un letto! E se fai mezza pensione, non provare a chiedere il bis, come ha tentato un povero alpinista teutonico che si è visto recapitare un'occhiataccia dalla cameriera infastidita per la richiesta dell'avventore ai suoi occhi insolitamente assurda.

Puntiamo allora all'Erba Fumagalli superando con ritmo insolitamente tranquillo la pietraia sovrastante il rifugio. Il nevaio che ci si para d'innanzi è come una lastra di marmo e noi sembriamo due provetti ballerini che con eleganti movenze mantengono la miglior posizione d'equilibrio prima della successiva scivolata. Siamo sotto la verticale della punta Allievi e, guardando in fondo, scorgiamo la zona dove attacca il nostro obiettivo. Con le sole scarpe d'avvicinamento e un martello che può essere usato come una proto-piccozza, non abbiamo grosse possibilità di superare i 30° del nevaio che conduce all'attacco. Così, dopo una lunga consultazione, decidiamo di tentare Lady D.

Girovagando come naufraghi alla deriva sui massi instabili delle morene, raggiungiamo la zona dell'attacco: anche in questo caso il primo tiro è difeso da una distesa di neve dura, con un breve tratto insormontabile per la nostra attrezzatura inadeguata. Non compiamo nemmeno un tentativo, ma ci spostiamo direttamente verso Guronsan, alla cui base non v'è traccia di neve e su cui ritroviamo la guida della via al Picco che ci precede di un paio di tiri.

Dopo aver quindi superato gran parte dell'anfiteatro della Val di Zocca per gande e morene, eccoci finalmente all'attacco della via. Escluso il primo tiro con passo delicato di placca per raggiungere la sosta, la salita non offre eccessive difficoltà, anche se l'obbligato è tale e non può essere aggirato con i trucchi cui siamo soliti ricorrere. Insomma, forse ancora provati per la Taldo, abbiamo comunque il nostro bel da fare per superare le prime lunghezze che necessitano di buona concentrazione con alcuni run out forse un po' eccessivi per considerare la salita una vera è propria via plaisir.

Dalla cima della struttura, baciati da un caldo sole dopo aver arrampicato completamente immersi nel regno dell'ombra, abbracciamo con lo sguardo l'intera Val di Zocca, riconoscendo il profilo delle Sciore e più in là quello del Qualido, del Cavalcorto e la Merdarola.


Cavallo Goloso


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