CASCATA A SINISTRA DELLA SECONDA CASCATA DELL'ORO – VAL MASINO      

sabato 05 gennaio ‘19


Casco dal sonno, o meglio: dovrei cascare dal sonno. Invece mi sento stranamente e insolitamente arzillo. Poi, sono certo, arriverà il momento in cui il mondo mi crollerà addosso e allora inizierò a precipitare, a cascare inesorabilmente verso il basso. Intanto mi tolgo lo sfizio di farmi portare a fare cascate dal Walter, a vedere se sarò in grado di fidarmi dei piedi. Già, a proposito di piedi e ramponi, proprio mentre preparo lo zaino mi è sorto un dubbio viscerale: ma non è che le punte dei ferri debbano essere affilate? Le tocco con la punta della dita e mi paiono come le forbici dell’asilo. Oddio! E adesso come faccio? Ne parlo con Walter; lui osserva le lame e poi, tagliente, mi risponde che, si, non sono proprio messe bene ma lui scalava con punte ancora più arrotondate. Ottimo! La mia autostima casca dal 10° piano: allora sono proprio io ad essere impedito cronico! Ora però me la devo giocare e confido sul fatto che le cascate dell’Oro non dovrebbero essere super impegnative e che, essendo la prima uscita della stagione, è più che giustificabile volare basso e poi c’è la legge del trapasso: una volta tocca a me e una volta tocca a te. Non che voglia fare il turista a rimorchio ma tornare stagista non mi farebbe poi così male.

Passiamo così sotto la prima cascata che incontriamo, ci diamo un occhio ma conveniamo che non sia adeguatamente formata (per lo meno per il nostro occhio alquanto inesperto) e poi siamo sicuri non sia nemmeno tra quelle citate dalla guida. A volte però sarebbe opportuno dare un occhio al sitodiriferimento e sciogliere così ogni dubbio ma, ovviamente, l’idea non ci sfiora nemmeno l’anticamera del cervello. Alla cascata successiva troviamo una cordata ma quella, stando alle nostre capacità deduttive, è la prima cascata dell’Oro, attualmente un obiettivo troppo ambizioso, da gente forte. Puntiamo così a dare un occhiata alla colata in mezzo alla valle, la quarta cascata ma alla fine facciamo ancora i conigli con la scusa che di ghiaccio ce ne sia poco e rivolgiamo le nostre attenzioni al flusso a sinistra di quella che riteniamo la prima cascata e, se la matematica di seconda elementare non ci inganna, dovrebbe appunto essere la seconda cascata dell’Oro.

Parte il Walter e padroneggia il primo tiro. Continua il sottoscritto e domina la lunghezza. Il Walter dice che, se ci fosse il Marco, sentenzierebbe si tratti della Napoleona ghiacciata. Sorrido: va bene sminuirsi ma così mi pare un po’ troppo! Forse abbiamo solo un talento da ghiacciatori molto nascosto che ha iniziato a uscire dal letargo. Il fatto però è che continuiamo a mangiarci la cascata utilizzando un numero di chiodi insignificante col risultato che il negozio che abbiamo appeso all’imbraco continua a restare intonso un po’ come lo stand della salsiccia alla fiera del vegano. Così quando esco mi sento forte e galvanizzato: sarà solo un 2+/3 ma, per quello che era il mio rapporto col ghiaccio verticale, direi che comunque ho fatto la prestazione. Poi arriva il momento ravano (d’altra parte è passato troppo tempo dall’ultimo) e la discesa verso valle mentre mi domando come sarà l’indomani dopo che avrò affilato le punte dei ramponi: certamente sarà qualcosa di eccezionale!

E invece il Walter mi fa cascare il mondo in testa. Studia meglio lo snobbato web (ma comunque ancora non va a spulciare sul sitodiriferimento) e lo specchio per le allodole si frantuma: il primo flusso che abbiamo incontrato, quello che la nostra supponenza ha bellamente snobbato, è la prima cascata dell’Oro mentre quello successivo, dove si trovava l’altra cordata, è la seconda e quindi, di grazia, cos’è il flusso che abbiamo risalito? Beh, nient’altro che la Napoleona ghiacciata! Un torrentello che, con un po’ più di neve in giro, sarebbe praticamente sommerso dalla bianca coltre probabilmente trasformandosi in un canale senza nemmeno tante pretese.


Cavallo Goloso


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